Tutti i benefici del latte, anche per chi è intollerante

Calcio, proteine, vitamine e sali minerali: sono tutti i benefici del latte, a cui anche gli intolleranti al lattosio non devono rinunciare. Alimento spesso oggetto di disinformazione, il latte è un prodotto molto importante per il tuo organismo. Ma come fare se bere latte provoca disturbi intestinali, crampi e gonfiore? Scegliendo i prodotti adatti, anche chi non digerisce il latte può assumerlo, godendo così di tutte le sue proprietà nutritive.

Le proprietà benefiche del latte

In una dieta equilibrata il latte non dovrebbe mai mancare. Aiuta lo sviluppo delle ossa, contribuisce alla salute dei denti, oltre a essere un alimento con elevate qualità nutrizionali. Non a caso tutti i nutrizionisti consigliano di inserirlo nel menù dei bambini.

benefici del latte sono molti. Prima di tutto, è un’importante fonte di calcio. In 100 g di latte, infatti, si trovano 119 mg di calcio: un solo bicchiere è in grado di fornire un terzo del fabbisogno giornaliero raccomandato. È dunque fondamentale anche in età adulta, sia per prevenire l’osteoporosi, che per garantire una corretta funzionalità muscolare e cardiaca. Accanto al calcio, contiene sali minerali come il fosforo, che fortifica lo scheletro e aiuta l’organismo ad assorbire il calcio, oltre a trasportare importanti molecole energetiche.

Un altro principio nutritivo essenziale del latte è rappresentato dalle vitamine che contiene. In particolare la vitamina D, utile per ossa, denti e pelle e per la corretta funzione dell’apparato locomotore e del sistema immunitario, ma anche la A, la B2 e la B12. Senza dimenticare le proteine: caseina e lattalbumina su tutte, ma anche le sieroproteine. Queste, in particolare, sono assunte spesso dagli sportivi perché necessarie al corretto turn-over proteico muscolare, ma anche da chi è a dieta perché dotate di un elevato potere saziante.

Infine, il latte contiene anche i carboidrati, sotto forma di lattosio, fondamentali per un corretto apporto energetico soprattutto nei primi anni di vita.

Si sente dire spesso che il latte è un alimento completo. Per quanto non esista un alimento veramente completo, il motivo di questa affermazione è semplice: le sue proteine – in particolare la caseina che copre l’80% del totale – corrispondono a un terzo del fabbisogno medio giornaliero di ogni persona. 

Cos’è l’intolleranza al lattosio

L’intolleranza al lattosio è determinata dalla maldigestione e dal conseguente malassorbimento di questo zucchero, causati dalla carenza dell’enzima lattasi. In alcuni soggetti, questa maldigestione può dare origine a una condizione clinica, legata alla permanenza, all’interno dell’intestino, del lattosio non assorbito. Ma cos’è il lattosio? Il lattosio è un disaccaride, composto da una molecola di D-galattosio e da una di D-glucosio. Normalmente, le cellule intestinali del duodeno producono un enzima chiamato lattasi che serve appunto a scindere il lattosio in glucosio galattosio: solo in questo modo il nostro corpo riesce ad assorbirlo.

Quando questo non succede si può diventare intolleranti. La permanenza del lattosio nell’intestino porta con sé precise conseguenze. La prima è il richiamo osmotico di acqua all’interno dell’intestino e la fermentazione operata dalla flora batterica. Questo causa problemi come flatulenza, meteorismo, crampi addominalidiarrea o anche stipsi: i sintomi possono essere lievi e tollerabili, fino ad arrivare a creare conseguenze più serie. Inoltre, in alcuni casi, l’intolleranza può generare anche sintomi “lontani” dall’apparato gastro-intestinale, come mal di testa e irritabilità.

Le proprietà benefiche del latte, anche per chi soffre di intolleranza al lattosio

Spesso questa condizione si manifesta negli adulti. Il motivo è duplice: da una parte la perdita progressiva della lattasi è fisiologica in molti individui e dall’altra il minor consumo di latte comporta una riduzione della sintesi di questo enzima.

Essere intolleranti, però, non significa necessariamente dover tagliare fuori un alimento importante come il latte dalla nostra dieta. Con le accortezze giuste e i prodotti adatti si può continuare a bere latte, ma anche a mangiare prodotti come mozzarella, ricotta e formaggi freschi.

Intolleranti, come non rinunciare ai benefici del latte

Non tutti i soggetti si possono definire intolleranti. Lo sono solo quelli che in presenza di questo malassorbimento danno origine a una sintomatologia clinica. In ogni caso, una volta individuata l’intolleranza, non è necessario eliminare completamente il latte dalla dieta. Anche chi è intollerante, dunque, può godere dei benefici del latte. 

In questi casi, il segreto è il latte ad alta digeribilità, un prodotto ormai sempre più diffuso.

Noto anche come latte delattosato o latte HD (dai termini inglesi High Digestible), è un alimento che è già stato sottoposto all’azione dell’enzima lattasi: il lattosio, in termini pratici, è già stato scisso in galattosio e glucosio. Un prodotto concepito appositamente per coloro che soffrono di intolleranza, in modo che possano evitare tutte le conseguenze negative del bere latte.

Le tipologie di latte

La prima importante distinzione da fare per conoscere questo alimento è tra latte interoparzialmente scremato scremato: fra i tre, il latte intero è il più grasso e saporito, dato che contiene il 3.5-5% di grasso rispetto al totale.

Per ottenere il latte parzialmente scremato si elimina la parte grassa del latte intero attraverso un processo di centrifugazione. In questo caso, metà della crema viene rimossa e si arriva ad un livello di grassi compresi fra il 1.5 e l’1.8%. Lo scremato, nello specifico, non può contenere, per legge, più dello 0,53% di grassi, per cui è adatto per chi è a dieta.

Tutte le proprietà benefiche del latte, dalla vitamina D al calcio, passando per fosforo e sali minerali

Cosa cambia per chi è intollerante? In realtà, nulla: che il latte sia intero o scremato, la cosa importante è che sia senza lattosio.

Le diverse tipologie di latte si differenziano anche in base al trattamento che hanno subito: in particolare il latto microfiltrato pastorizzato e il latte UHT sono prodotti anche in versione delattosata.

Il microfiltrato pastorizzato è stato sottoposto a due processi. Per primo abbiamo la microfiltrazione, che permette di eliminare oltre il 99% dei microrganismi responsabili del deterioramento del latte fresco e fa sì che si conservi a lungo. Inoltre viene pastorizzato, cioè sottoposto a una temperatura di 75-85 gradi per 10-15 secondi (High Temperature Short Time). Anche in questo caso, vengono eliminati gli ulteriori batteri eventualmente rimasti, in modo da poter allungare la data di scadenza, senza che il prodotto si guasti. Un trattamento che offre la sicurezza della protezione dalle infezioni, senza danneggiare troppo proteine e vitamine come avviene per altri trattamenti.

Per questo tipo di latte, la legge impone il consumo entro 6 giorni dal trattamento termico.

Il latte UHT è invece sottoposto a trattamento termico a temperature più alte rispetto al precedente (135-140 gradi per 3-5 secondi) e si conserva fino a 6 mesi. In questo caso,  però, i nutrienti si riducono considerevolmente, soprattutto le vitamine, a causa del processo termico.

 

Fonte: https://www.melarossa.it

 

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