Commissione europea: necessari ulteriori miglioramenti della legislazione sul benessere animale

Nell’ambito della strategia Farm to Fork la Commissione si è impegnata a revisionare la legislazione dell’UE sul benessere degli animali entro il 2023, per garantire un livello più elevato di benessere allineando le norme attuali con le più recenti prove scientifiche, ampliandone il campo di applicazione e rendendole più facili da applicare.

Nel 2020, per mettere in pratica questo impegno, la Commissione ha avviato un controllo di adeguatezza della suddetta normativa (definito “Fitness Check”) che mira a valutare se le norme attualmente in vigore sono ancora idonee allo scopo, efficienti, efficaci e coerenti, considerando il periodo che va dall’adozione di ciascun atto legislativo al 2020 e tutti gli Stati membri (incluso il Regno Unito fino all’uscita dall’UE).

Per la valutazione sono stati esaminati sette atti legislativi, insieme a un’ampia ricerca documentale, consultazioni mirate delle parti interessate e una consultazione pubblica che ha generato quasi 60.000 contributi. Uno studio esterno ha fornito la principale base per l’analisi costi-benefici.

risultati del “Fitness Check” sono stati pubblicati ieri dalla Commissione europea ed evidenziano molti punti di forza ma anche diverse lacune.

I risultati principali

La valutazione della Commissione ha rilevato che la legislazione dell’UE ha migliorato il benessere di molti animali rispetto al periodo precedente la sua adozione, in particolare quello delle categorie oggetto di una normativa mirata, ovvero suini, vitelli, galline ovaiole, polli da carne. Anche la protezione degli animali durante il trasporto e al momento dell’abbattimento è migliorata in una certa misura.

Si ritiene che la legislazione dell’UE sul benessere degli animali abbia portato ad una maggiore produttività per animale, servizi ecosistemici migliorati, un minore utilizzo di antibiotici e una migliore salute pubblica.

Tuttavia, secondo la Commissione il benessere animale è ancora ad un livello non ottimale. In particolare, questo è il caso degli animali per i quali al momento manca una normativa mirata, come le vacche da latte e i pesci d’allevamento. Tra le altre criticità segnalate nel documento c’è l’assenza di requisiti per cani e gatti. Inoltre, la legislazione dovrebbe essere aggiornata per tenere conto delle aspettative dei cittadini in questo settore, come l’eliminazione graduale delle gabbie per galline ovaiole, scrofe e vitelli.

La legislazione dell’UE sul benessere degli animali ha contribuito alla parità di condizioni per gli operatori e le attività economiche interessate, pur non assicurandola del tutto. Le differenze nell’applicazione e nell’attuazione creano ancora ostacoli agli scambi transfrontalieri e al raggiungimento di un livello comparabile di benessere animale in tutti gli Stati membri dell’UE. Ciò è in parte dovuto alla vaghezza di alcune disposizioni.

La normativa UE non è stata modificata da più di 10 anni e non è quindi all’altezza degli sviluppi della legislazione nazionale dei diversi Stati membri, cosa che aggrava ulteriormente la situazione. Le sostanziali differenze di ambizione al momento del recepimento delle direttive hanno ulteriormente contribuito a livelli diversi di benessere animale in allevamento tra gli Stati membri, rispetto ai settori del trasporto e della macellazione degli animali in cui la legislazione è più armonizzata.

I requisiti in materia di benessere degli animali comportano anche costi aggiuntivi per gli operatori del settore e le autorità pubbliche. Sebbene le prove disponibili suggeriscano che i benefici superino i costi, almeno nel tempo, molti operatori economici ritengono che il ritorno sul mercato degli alimenti prodotti con standard di benessere più elevati sia insufficiente, sebbene la situazione differisca tra gli Stati membri e i diversi settori per differenze nelle aspettative dei cittadini, delle preoccupazioni etiche e delle richieste del mercato. Secondo la Commissione un migliore ritorno sugli investimenti per il benessere degli animali può essere ottenuto fornendo, ad esempio, informazioni migliori e più complete ai consumatori, consentendo loro di compiere scelte informate in linea con le loro preoccupazioni.

Il Fitness Check ha poi evidenziato come le varie componenti della legislazione dell’UE sul benessere degli animali sono ampiamente complementari, si supportano a vicenda, e sono coerenti e compatibili con altre politiche dell’UE. Tuttavia, alla luce degli obiettivi della Farm to Fork vi è spazio per un maggiore effetto leva della PAC e della politica commerciale dell’UE. È inoltre richiesta una maggiore coerenza tra il quadro legislativo interno dell’UE e il suo approccio alle importazioni di prodotti animali.

L’attuale legislazione dell’UE continua a essere una risposta adeguata alle esigenze e alle sfide in materia di benessere degli animali presenti al momento della sua adozione, sulla base delle conosenze allora disponibili. Nonostante i progressi compiuti, la maggior parte dei problemi, delle preoccupazioni e dei fattori che affronta rimangono attuali anche oggi. Le crescenti aspettative della società, le preoccupazioni etiche, gli sviluppi scientifici e tecnologici, e le future sfide per la sostenibilità non trovano però pieno riscontro nelle norme attuali.

Pertanto, la valutazione conclude che l’attuale legislazione dell’UE sul benessere degli animali non è del tutto idonea a soddisfare le esigenze di oggi e future.

La Commissione sta lavorando alla revisione e alla valutazione degli impatti economici, sociali e ambientali di possibili cambiamenti futuri. La relazione fungerà da input per questo processo e sarà integrata da un ulteriore contributo scientifico e da ulteriori consultazioni delle parti interessate.

Per consultare il documento completo e gli allegati cliccare qui.

 

Fonte: www.ruminantia.it

 

 

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