In questi ultimi anni il latte è spesso salito sul banco degli imputati, messo sotto accusa per l’elevato contenuto di grassi e, soprattutto, per la presenza di acidi grassi saturi.
Ciò che preoccupa i medici è il contenuto di grassi saturi nel latte: berne troppo, soprattutto intero e magari lo stesso giorno in cui abbiamo mangiato anche formaggi, potrebbe portarci a consumare più di 20 g di grassi saturi al giorno, quindi ad aumentare i livelli di colesterolo e rischiare di più l’insorgere di malattie cardiovascolari. I contro possono dunque apparire spaventosi, complice internet e la disponibilità smisurata di informazioni non sempre verificabili.
Va però detto che i presunti danni che provoca il latte sono tutt’altro che certi e riguardano malattie complesse e multifattoriali. Che fare dunque? Il consiglio degli esperti è sempre e solo uno: sì al latte vaccino ma con moderazione e solo come parte di una dieta sana ed equilibrata.
Le accortezze sono semplici: fare attenzione che non ci siano zuccheri aggiunti, mentre è meglio scegliere quelli con più vitamine e minerali.
In conclusione possiamo dire che non esistono attualmente motivi per bandire il consumo di latte vaccino, tranne in casi di allergia alle proteine del latte (da affidare esclusivamente allo specialista) e di intolleranze sintomatiche al lattosio (gestibili, peraltro, in maniera adeguata scegliendo il latte e derivati delattosati).
L’uso di latti delattosati e di prodotti lattiero-caseari a basso tenore di lattosio, o ancora l’assunzione di lattasi prima del pasto, consentono il consumo di questi prodotti senza incorrere nei disturbi gastrointestinali conseguenti alla carenza di lattasi.
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