Italianità e benessere dell’animale allevato. Sono queste le due grandi aree di interesse dei consumatori italiani quando si parla di prodotti di origine animale. Per più di 9 italiani su 10, infatti, le uova, il latte e la carne provenienti da allevamenti in cui viene rispettato il benessere della gallina, della mucca o del maiale, non solo sono più sicuri, ma anche più buoni.
Si può ancora fare meglio
Tuttavia, secondo l’86% delle persone, nel nostro Paese va fatto ancora qualcosa per migliorare le condizioni degli allevamenti. Quasi la metà, inoltre, sarebbe disposta a spendere di più per un prodotto che arriva da un allevamento etico. Sono questi alcuni dei dati emersi dalla ricerca Eumetra Monterosa sul benessere animale nella filiero latterio-casearia, condotta su un campione di 800 persone all’interno della popolazione italiana.
Origine di latte e latticini
In particolare per quanto riguarda il latte e i latticini, l’88% dei consumatori ritiene importante che il latte utilizzato per la produzione di formaggio fresco sia completamente italiano. Per l’86% è fondamentale invece che le mucche che producono il latte per i formaggi vivano in un allevamento attento al loro benessere.
Cosa vuol dire benessere animale?
Vedere delle mucche libere in un pascolo, non basta a definire una condizione positiva. È vero, l’aria aperta rispecchia il loro ambiente naturale, ma anche un pascolo può essere gestito male; pensiamo all’approvvigionamento dell’acqua, ad esempio.
Il benessere animale
Il benessere animale è un concetto biologico, misurabile scientificamente e definibile da cinque libertà, elencate dal Farm Animal Welfare Council: quella di mangiare e bere, di avere un riparo adeguato, di essere curato se sta male, di esprimere i suoi comportamenti come animale e di non soffrire psicologicamente.
Chi valuta il benessere in Italia?
Per valutare il benessere delle bovine da latte, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna (IZSLER) si rifà alle competenze del Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale (CReNBA). La sua procedura di valutazione si basa su due gruppi di dati. In primo luogo quelli collegati ai rischi che derivano dalle condizioni ambientali (management, strutture, attrezzature e condizioni microclimatiche). In secondo quelli collegati agli effetti avversi che gli animali vivono a causa dell’esposizione a uno o più dei pericoli citati, per un totale di 90 indicatori.